Quando il cuore pensa. L’empatia nel pensiero di cinque filosofe





Cuori pensanti. 5 brevi lezioni di filosofia per tempi difficili, Laura Boella, Chiare lettere, Milano 2020


Che cos’è? Edith Stein, Maria Zambrano, Simone Weil, Etty Hillesum e Hannah Arendt. Il libro racconta, nei tratti essenziali, il pensiero di queste cinque filosofe, di fatto ad oggi le più note della storia del pensiero. Lo fa con un linguaggio serio, ma agile, e ciò non è per nulla scontato.

Il titolo viene da una frase di Etty Hillesum e, tanto per chiarire, non ha nulla di sdolcinato. Il desiderio di essere “il cuore pensante della baracca” è infatti un pensiero espresso da Hillesum nel suo diario, scritto durante la detenzione nei campi nazisti. Boella lo sceglie, credo, per sottolineare la qualità rara che rende un pensiero vissuto, reale, compassionevole nel senso etimologico del saper patire-con l’altro, anzi gli altri. L’idea riassume bene il senso fondamentale attorno a cui si articola tutto il testo: cuore e pensiero non sono opposti l’uno all’altro che a una lettura superficiale (e banale). Al contrario, la capacità di elaborare un pensiero capace di “sentire” le altre persone - non nel senso meramente estetico, ma pensandosi, a sua volta, come radicalmente relazionale, e persino politico - è profonda e seria.


L'empatia è, poi, la cifra del pensiero di Edith Stein, intesa come esperienza dell’incontro con l’altro dall’alto potenziale conoscitivo nei due sensi: nell’incontro conosciamo sì l’altro, imparando un modo diverso, una prospettiva alternativa allo sguardo sul mondo a cui siamo abituati, ma conosciamo anche noi stessi, e in un modo altrimenti resterebbe per noi inattingibile.

Per Maria Zambrano il tema è invece la ragione poetica, la lettura del testo filosofico attraverso la lente della forma stilistica che di volta in volta lo rende, mentre di Simone Weil, in queste pagine, emerge il misticismo laico, che si fa carico senza sconti delle proprie contraddizioni.

Infine, per quanto riguarda Hannah Arendt Boella si concentra sul pensiero politico, visto soprattutto attraverso i saggi su Kafka. Qui la politica diventa per Arendt spazio per l’interazione: “arte e piacere di abitare il mondo insieme ad altri, di esporsi allo sguardo altrui, di scambiare idee e parole” (p. 25). 


Perchè mi è piaciuto? A vederlo da fuori sembra un manuale divulgativo. Invece, nei cinque esempi che indaga, il libro semplicemente mostra come il pensiero possa fare i conti con il mondo, la politica, la storia, in modo molto reale e vero. Insomma, si può essere intellettuali senza cadere negli intellettualismi, ma confrontandosi con la storia a cuore e mente aperti. Senza fare, nè farsi, sconti.


Perché è da leggere? è uno strumento agile e preciso per avvicinarsi al pensiero di alcune grandi filosofe, letto soprattutto attraverso il tema dell’empatia. Che è un (il?) tema cruciale per il nostro vivere contemporaneo. 

Tutto sommato è un libro facile da leggere, anche per chi non è abituato alla filosofia e al suo linguaggio.


Obiezioni: Rabbrividisco alla seconda di copertina, dove per presentare il testo si dice che questo: “attraversa la vita, gli amori, le inquietudini, le domande e le riflessioni di cinque grandi pensatrici”. Gli amori? Mmmmm… suppongo non sia una citazione dall’incipit dell’Orlando furioso. E se non c’entra l’Ariosto, allora questa è una frase sessista. Ve la immaginate una quarta di copertina di un testo, che ne so, ad esempio su Max Scheler, che ammicca alla sua vita privata? Bah!


Chi è l’autore? Laura Boella ha insegnato filosofia moderna all’Università di Milano. Ha scritto molti libri interessanti, soprattutto su Stein, Arendt, Scheler e altri autori del Novecento. Nei suoi studi è centrale il tema dell'empatia e del rapporto con l'altro.



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