Dai dati alle cose. Perino & Vele @Alberto Peola



Perino & Vele BIG DATA - 2019 - PASTELLI, MATITE, TEMPERE, INCHIOSTRI, (285 FOGLI) - cm 300 x 600
COURTESY OF ALBERTO PEOLA ARTE CONTEMPORANEA
ph. Beppe Giardino



Che cos'è un database se non un archivio di cose? Dati o cose. Cose, che abbiamo fatto, ricordi, memorie, eventi trascorsi e significativi? Ok, il database è in realtà qualcosa di molto più semplice, almeno dal punto di vista del concetto.

Un database è un archivio di dati, una banca dati informatica, costruita con tabelle. Un database permette di incrociare i dati, di fare ricerche, elencare contatti e così via. 
Perino & Vele, il duo di artisti napoletani, sul concetto di database ironizza e nello stesso tempo fa una riflessione.

O’ databas, recita il titolo della mostra visitabile da Alberto Peola fino al prossimo 21 dicembre. Cioè il database detto in napoletano. Come se noi dicessimo “databeis”, o qualcosa del genere. Detto come si pronuncia, in modo analogico. E analogico è il loro archivio: fatto di fogli, di appunti, di ricordi e memorie che si incrociano e si intrecciano sulla parete della galleria, a formare un’opera a muro. Opera che è insieme di ricordi che rimandano l'uno all'altro, sorta banca dati analogica della loro carriera espositiva e creativa, che non può non far venire in mente la storica Mnemosyne di Aby Warburg. 

E poi, accanto, il materiale, la materia favorita da Perino & Vele per realizzare le loro opere: la cartapesta. Ma qui la cartapesta è esposta nello stadio primitivo, ancora da lavorare, da formare.


PERINO & VELE - 'O DATABÀS - 2019 - PARTICOLARE DELLA MOSTRA
COURTESY OF ALBERTO PEOLA ARTE CONTEMPORANEA
ph. B. Giardino


Invece di un insieme di dati informaticamente organizzati, invece di uno schedario virtuale, di un archivio complesso, Perino & Vele mettono in scena il processo creativo in sé stesso, quello fatto di materia e di idee abbozzate su un foglio, poi disegnate con cura, descritte con precisione o solo con un appunto.

Scrivere a mano non è la stessa cosa che digitare parole su una tastiera. La memoria delle cose, nelle cose materiali che fanno concretamente il lavoro, nel senso che lo costituiscono come materia, non è la stessa cosa di un’immagine scattata velocemente con un telefono, per essere condivisa in mezzo a milioni di altre uguali.

Dal database a o' databas c'è, non senza una sanissima ironia, tutto un mondo e un modo di vedere le cose. C'è il passaggio dai meri data alle cose.

Perino & Vele, 'o databàs, 2019, cartapesta, ferro e gomma, 82 fogli, cm 119,5x135,5x81,5 -  COURTESY OF ALBERTO PEOLA ARTE CONTEMPORANEA




E se pensare, come diceva Heidegger, è un lavoro delle mani (Hand-werkcome costruire un armadio (Che cosa significa pensare? 1952), allora vedere la materia che costituisce le opere, osservare il come del procedimento creativo, vuol dire scendere in profondità nell'opera, pensarla e guardarla nascere, allo stesso tempo.

L’archivio delle cose fatte a mano, scritte e disegnate di proprio pugno, ha tutto un altro sapore e, soprattutto, significato.