Space earth. Richard Long @TucciRusso




Richard Long,
SPACE EARTH 2019 
Realizzazione variabile cm 181 x 370
Courtesy @ l’artista e la galleria


Chi si ricorda quell'aneddoto di Michelangelo, il quale pare abbia detto che la scultura fosse nel gesto di togliere, liberare la forma già presente nel marmo, a tutti nascosta tranne che all'artista e alla sua intuizione?

Ecco, le opere di Richard Long, fin dagli anni Sessanta, fanno la stessa cosa, ma con lo spazio – naturale e fisico - e con il vuoto, anziché con il marmo.


Richard Long, GRAVITY CRESCENT 2019
Fango su parete cm 296 Ø
courtesy @ l'artista e la galleria


Le sue opere di Land Art hanno fatto storia, veri dialoghi tra arte e paesaggio naturale. Ma anche i lavori diversi, che interagiscono con lo spazio delimitato della parete di una galleria, si pongono agli occhi di chi guarda come costante creazione, che avviene nel dialogo con la terra, il fango, il materiale e lo spazio.


Richard Long @ Tucci Russo
installation view


Vuoto e spazio, così come terra e fango, non sono materiali meno difficili da scolpire, di quanto non fosse il marmo per Michelangelo e così vanno viste le opere esposte da Tucci Russo, Chambres d’art, la sede torinese della storica galleria di Torre Pellice.

Perché lo spazio qui è (il) materiale. Nel doppio senso per cui è materia per l’artista, che lo scolpisce, letteralmente, e lo fa parlare, ma anche perché si fa oggetto dell’opera, di cui è il vero protagonista.

Heidegger diceva che il vuoto, da cui la forma emerge, è protagonista dell’opera scultorea. Questa è una chiave di lettura molto efficace per leggere le opere di Richard Long.