Uma Thurman fotografata da Peter Lindbergh - immagine dal web |
Ci ha lasciato qualche giorno fa Peter Lindbergh.
Il grande fotografo, che si chiamava come quel personaggio
poetico che un giorno trasvolò l’oceano con un aereo piccolissimo, noto per le
sue fotografie di moda, era nato in Polonia nel 1944.
ph. Peter Lindbergh - immagine dal web |
Una delle caratteristiche più interessanti del suo lavoro fu
la capacità di portare nella fotografia una visione completamente personale e
nuova. In modo particolare, egli seppe ritrarre le donne, i volti e i corpi
femminili, con verità e bellezza, al di là di ogni cliché o stereotipo.
ph. Peter Lindbergh - immagine dal web |
Interessante leggere che la sua passione per le immagini, la
sua volontà di crearle lui stesso, nacque, tanti anni orsono, dall’amore per la
pittura di Van Gogh.
Strano, questo connubio, questo curioso incontro tra pittura
e fotografia. Ma il rimando, a mio parere, può essere davvero illuminante,
affinché possiamo comprendere più in profondità le immagini di Lindbergh.
ph. Peter Lindbergh - immagine dal web |
Tra le altre, c’è una frase, ricordo, delle lettere di Van
Gogh al fratello Theo, in cui l’artista parla del fare ritratti e della sua
volontà, nel ritrarre il volto dei suoi soggetti, di non renderne solamente le
caratteristiche esteriori, ma di accentuarne in modo molto più acceso l’interiorità,
il pensiero, ciò che si agitava nelle loro menti e nei loro cuori. I capelli di
un giovane sono scomposti, allora, come i pensieri che si agitano nella sua
mente. E le pennellate si mescolano con lo sfondo, a indicare il turbinio delle
emozioni del suo cuore.
Vincent Van Gogh, autoritratto, 1889 - immagine dal web |
Tra esterno ed esterno non c’è allora quasi più differenza e
l’immagine funge da ponte, per portare chi guarda dritto dentro al cuore del
soggetto.
Credo che già solo questa possa essere considerata una buona
chiave di lettura per interpretare molte immagini di Lindbergh che non saranno
mai dimenticate.