courtesy @ Art Basel |
Lo scorso weekend, in quel di Basilea, ha avuto luogo la
cinquantesima edizione di Art Basel, la super fiera d’arte europea, considerata
da sempre un punto di riferimento imprescindibile per artisti, galleristi e,
soprattutto, collezionisti internazionali.
A differenza di altre fiere europee, e anche italiane, Art
Basel ha la capacità di attrarre e far muovere capitali di una certa
importanza, in modo quasi impossibile (anche per ragioni tecniche e fiscali)
per tutte gli altri.
Per questa ragione, mentre visitando, per dire, Artissima a
Torino, si ha quasi la sensazione di camminare lungo il percorso di un vero e
proprio evento espositivo o giù di lì, ad Art Basel, pur senza nulla togliere
alla qualità delle opere esposte (con conseguente godimento estetico dei
visitatori) prevale l’aspetto mercantilistico.
Certo, questo accade anche per una questione di dimensioni
della fiera. La grande quantità di opere esposte, rende più difficile, se non
impossibile, rintracciare un filo conduttore unitario. Ma non è questo il
punto: a Basilea, in fiera, l’arte è esposta per essere venduta e si vede. Ciò
che è esposto è dunque da ve(n)dersi più come “merce” che come opera.
Ciò nonostante, e proprio perché così fortemente improntata
sul mercato, Art Basel fornisce spunti molto importanti agli operatori del
settore, perché un po’ dà - e un po’ segue -
i trend. Da un lato rende conto di quanto sta accadendo, o è da poco
accaduto, a livello di mercato internazionale, e contemporaneamente fornisce
qualche suggerimento sul futuro.
courtesy @Art Basel |
Non va dimenticato, poi, il vasto programma espositivo che
si svolge parallelamente alla fiera. Dalle fiere più piccole e creative, come
Liste, alle esposizioni in grande stile, storiche (come la mostra su Picasso) e
più incentrate sul contemporaneo.
Risultato: in fiera, accanto ai grandissimi come Koons o
Richter (che a quanto pare hanno fatto ottime performance di vendita), ma
anche Boetti e molti altri. C’è molta arte africana, molte artiste donne, molti
artisti di colore.
Le tendenze, insomma, che conoscevamo già. Chissà quali, tra
gli stimoli visivi che sono passati sotto i nostri occhi, comprende i semi del
prossimo futuro.