Le isole metafisiche di Francesco Bosso @Camera, Torino

Francesco Bosso, Flower Plot
2018, Indonesia
courtesy @  Francesco Bosso, Photo & contemporary, Camera Torino



C’è un fotografo che va in giro per il mondo alla ricerca di isole sospese. Luoghi a metà strada tra il cielo e il mare, ripresi contro l’orizzonte, in un gioco di chiaroscuri che esalta il tono metafisico, irreale, onirico delle immagini.


La mostra di Francesco Bosso, curata da Walter Guadagnini, realizzata in collaborazione con Photo & Contemporary (Torino) e ospitata nella project room di Camera, a Torino, s’intitola Waterheaven. 


Francesco Bosso, Over the Cliff
2018, Portogallo
courtesy @  Francesco Bosso, Photo & contemporary, Camera Torino


Acqua e cielo, o anche paradiso. L’acqua, come recita la citazione posta sulla parete della sala espositiva (per altro, benissimo, accanto alle opere – abbastanza visibile per essere letta, abbastanza in alto da non disturbare la fruizione) è il liquido primordiale, luogo della nascita e della trasformazione.

Secondo il mito, Venere nasce dall’acqua e dalla schiuma del mare. La scienza, invece, dice che corpo umano è fatto all’ottanta per cento di acqua. Come dire che siamo acqua, e poco altro. Il primo filosofo che la storia ricordi, Talete di Mileto, a sua volta sosteneva che l’acqua è l’arché, il principio e la causa prima, di tutte le cose. E sempre gli scienziati, quando spiano i pianeti lontani con le sonde magnifiche, cercano sempre lei: l’acqua.

L’acqua placa la sete. Indispensabile per la vita, essa crea, fa nascere. Da un lato conserva le cose e le fa schiudere, dall’altro può anche distruggerle, dissolvendole, quando è tempo, in sé stessa. Poi, ancora, l’acqua rimescola tutto, scorre, e porta di nuovo la vita.

Così, le isole fotografate da Francesco Bosso si ergono dall’acqua del mare come tanti sogni, simili nell’atmosfera che evocano, a tante Toteninseln di Böcklin - il quadro che ispirò, tra gli altri, anche Rachmaninov.


Francesco Bosso, Six sisters
2018, Portogallo
courtesy @  Francesco Bosso, Photo & contemporary, Camera Torino



Non sono sogni però. Sono reali. Addirittura, anzi, la ricerca di Bosso non nasconde la sua intenzione in parte ecologista. Perché il lirismo delle immagini sottolinea la fragilità dei soggetti, la necessità di prendersene cura e di tutelarne il futuro.

È così che la fotografia va oltre sé stessa, sposta avanti i propri confini e si misura con atmosfere oniriche, metafisiche, quasi surreali. Per rimbalzare poi dritta, memore della sua prima vocazione di testimonianza, su un tema di grande attualità, con efficacia e precisione.



Per informazioni sulla mostra: www.camera.to