Tony Oursler, The Volcan 2015-16 - frame da video courtesy @ l'artista e Dep Art Milano |
Le immagini hanno una realtà psichica. Ciò significa che non
si limitano a indicare una realtà che sta necessariamente fuori di esse, ma
sono reali e significative in sé stesse.
Banalmente: nel nostro modo normale e quotidiano di pensare,
se vedo la foto di qualcuno capisco che quel qualcuno esiste… O almeno dovrebbe
esistere, pensiamo a recenti sperimentazioni come quel sito web che produceva
immagini di volti umani.
Dal punto di vista di Jung, e di Hillman, invece, l’immagine
ha una realtà psichica per sé stessa. Non è detto che esista un suo corrispettivo
identico e tridimensionale che possiamo incontrare, ma in quanto è nella nostra
psiche l’immagine non è per questo meno vera. Essa opera, agisce, anzi, quanto
più e quasi più di molti incontri reali che facciamo ogni giorno e che,
intessuti come sono nelle necessarie standardizzazioni sociali, dentro di noi
non lasciano alcuna traccia.
Credo che Tony Oursler, in questi giorni in mostra a Milano
da Dep Art, con una mostra personale curata da Demetrio Paparoni, potrebbe
essere molto d’accordo con questo punto di vista.
Installation view della mostra da Dep Art courtesy @la galleria |
La mostra s’intitola The
Volcano, Poetics Tattoo & UFO e raccoglie un’ampia selezione di suoi lavori recenti
che, come sempre, indagano appunto l’immagine in movimento e il rapporto tra
psiche e tecnologia.
Sono video installazioni, video in 3d e schermi luminescenti,
che alterano completamente la percezione dello spazio espositivo. In mostra c’è
il video Spacemen R My Friended, con
le immagini di UFO prodotte da amatori del genere durante il periodo della
Guerra Fredda. Ci sono poi le rielaborazioni fotografiche e video degli
esperimenti musicali dello stesso Oursler con Mike Kelley qualche anno fa,
quando i due fondarono la rock band Poetics, tra psichedelia, punk e sperimentazione
estrema.
Tony Oursler, The Volcan 2015-16 - frame da video courtesy @ l'artista e Dep Art Milano |
Soprattutto, c’è l’opera The
Volcan, in 3d, che ricorda e rielabora gli esperimenti di Louis Dargèt, un personaggio
che, ai tempi dei dagherrotipi, voleva impressionare una lastra fotografica con
la sola forza del pensiero.
È possibile creare immagini con il solo pensiero? Forse no,
forse solo non ancora.
Di certo, attraverso le immagini create da Tony Oursler, lo
spazio espositivo si trasforma in spazio altro, in luogo dove tutto può
accadere e la fantasia prende il sopravvento sulla realtà.
Sono le immagini tecnologiche che, suscitando tutte le riflessioni
del caso, rivendicano la loro psichica realtà.
Per info sulla mostra: www.depart.it