Alle elementari ci insegnano che le dimensioni sono tre:
altezza, larghezza e profondità. Più avanti, studiando, scopriamo che c’è anche
una quarta dimensione, il tempo. Ma poi viene fuori che ne esisterebbe anche
una quinta, quella per cui, detto in parole povere, potremmo costruire allegramente collegamenti tra cose, tempi, situazioni.
Insomma, in sostanza, nella quinta dimensione potremmo fare
quello di cui parlava Nietzsche nella IIa Considerazione Inattuale
(Sull’utilità e il danno della storia per la vita, 1873 -76): in sostanza, saltellare
per la storia su e giù, come se la storia fosse un magazzino di costumi che
possiamo provare, abbinare e indossare a nostro piacimento. Magari seguendo una
logica interna, creativa e piena di energia.
Non si sa se la quinta dimensione esista veramente, di certo esiste ed è consigliabile leggersi la II Inattuale di Nietzsche. Ma perché cito queste cose al principio di un testo su una
mostra alla Gam di Torino, dedicata a uno dei maestri del Novecento italiano,
Giorgio De Chirico? Il rimando alla quinta dimensione è chiaramente ironico, ma
ci sta, perché questa mostra sembra sia curata, - e in modo davvero magistrale
da Riccardo Passoni e Lorenzo Canova - seguendo in maniera del tutto coerente,
creativamente vivace e anche storicamente fondata, il consiglio di Nietzsche.
Giulio Paolini,
La caduta nel
mondo/The Downfall of the World, 2009
collage su carta /
collage on paper
Milano, Collezione
privata
Ph. Daniele De
Conti, Milano
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Il percorso espositivo, infatti, si gioca tutto sui
collegamenti, sui rimandi, sulle citazioni. Citazioni esplicite dello stesso De
Chirico nella sua arte, per cui in mostra c’è anche un disegno di Michelangelo,
che nelle opere di De Chirico ritorna. E citazioni dell’opera di De Chirico da
parte di coloro che alla sua arte si sono ispirati per la loro ricerca. E qui
si va da Francesco Vezzoli a Vanessa Beecroft, passando per Ontani e De
Dominicis, solo per fare qualche nome.
Il risultato è a mio parere davvero entusiasmante, perché
non si limita alla lettura superficialmente orizzontale, storica o antologica
che siamo abituati a vedere molto spesso in simili occasioni, ma va molto oltre.
Francesco Vezzoli,
Portrait
of Sofia Loren as the Muse of Antiquity (After Giorgio de Chirico), 2011
bronzo, cm 190 x 60 x 60
Torino, Galleria Franco Noero
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Per dirla breve: questa mostra non somiglia per nulla a
quelle operazioni in cui le opere dell’autore noto, che dà il titolo all’evento,
sono annegate in mezzo a una quantità di produzioni erudite ma piuttosto
insignificanti. (Se avete presente quelle mostre banali e noiosissime il cui
titolo suona sempre “… - inserite nome di
un autore famoso a piacimento - e il suo tempo”, sapete che cosa voglio dire).
Qui no. L’esperienza è istruttiva, creativa, a tratti
addirittura esaltante. E le opere di De Chirico, ça va sans dire, sono tante e belle ed esposte in modo tale da
renderne agevole la lettura e l’interpretazione.
Perché, come sempre accade, il confronto di un’opera d’arte
con l’altra, specie se i due lavori nascono in contesti diversi dal punto di
vista geografico, epocale o addirittura culturale, genera arricchimento, un
nuovo modo, o anche più modi nuovi, di comprenderli.
Giorgio De Chirico
Il segreto del
castello/The Secret of the Castle
fine anni Sessanta / late 1960s
olio su tela / oil on canvas
firmato / signed “g. de Chirico 1932”
Roma, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico
© Giorgio de Chirico by SIAE 2019 / Ph. © 2019 Fondazione
Giorgio e Isa de Chirico, Roma
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Ciò accade soprattutto quando gli abbinamenti tra le opere
nascono da una profonda conoscenza della storia dell’arte e delle poetiche. In
più, l’effetto non è mai ridondante, bensì si ottiene il felice risultato di
“aprire” le opere esplorandone le infinite possibilità, letture e
interpretazioni.
Aprire, come fa
Georges Didi- Huberman con la storia dell’arte, la filosofia e la psicanalisi, aprendole,
appunto, l’una all’altra e l’una con l’altra. Non c’è procedimento interpretativo
più produttivo, persino divertente, ma soprattutto intellettualmente stimolante,
di questo.
La mostra è visitabile fino a fine agosto, non perdetevela.
Per info sulla mostra:
www.gamtorino.it