Tutt'altro che niente. Sergio Ragalzi @DavidePaludettoArtecontemporanea




Un'opera di Sergio Ragalzi in mostra da Paludetto
courtesy @ l'artista e la galleria


Da Davide Paludetto Arte contemporanea, a Torino, ha inaugurato ieri una mostra di Sergio Ragalzi dal titolo Virus.
La mostra comprende una serie di opere di grandi dimensioni e di forte impatto visivo, già esposte nel 1988, sempre per Paludetto, nella prestigiosa sede del Castello di Rivara.

Le grandi macchie scure e le sculture nere che invadono lo spazio si pongono come una meditazione su temi di carattere esistenziale inevitabilmente cari ai filosofi: la morte, il nulla.
Viene in mente il monolite di Kubrik che, proprio come il colore nero in natura, silenziosamente assorbe, conserva e custodisce il segreto di ogni sfumatura di colore e di vita.
Al contempo, le tracce di colore nero sembrano condurre a sé tutti i colori, tutte le gradazioni possibili, tutti i suoni. Allora nulla non è niente, tutt’altro.

Martin Heidegger si interrogava su che cosa fosse il «Niente». Notava come, quando noi ci riferiamo ad esso, ancora pensiamo al Niente come se fosse a sua volta un ente, una cosa tra altre cose. Così ci confondiamo, ci dimentichiamo di ciò che è più importante.

Eppure, a ben osservare, nel buio e nel silenzio del nero, la luce, con il suo calore vitale, si annega e si lascia assorbire. Qualcosa si muove, sta germinando.

Come il seme sotto la neve, quando sulla terra non appare nient’altro che freddo e desolazione, qualcosa nella nostra anima sta germinando, si prepara a fiorire.
O wind if winter comes, can spring be far behind?

Il poeta P. B. Shelley (Ode to the west wind, 1820) si rivolgeva al vento freddo dell’ovest, e poneva una domanda cruciale, che conteneva già in sé, segretamente, la risposta. Perché proprio quando l’inverno arriva, la primavera inevitabilmente si avvicina. Quando fa più freddo, le giornate si allungano. Quando tutto sembra perduto, proprio allora, anzi solo allora, qualcosa, impercettibilmente, senza far rumore e senza dirlo a nessuno, prepara la sua fioritura.

Così il buio custodisce in sé la vita. Il nero si fa insieme compendio e preludio di ogni colore, ogni suono, movimento o profumo.

Il Niente, diceva Heidegger*, è il velo dell’essere.


Per informazioni, date e orari della mostra www.davidepaludetto.com



*Was ist Metaphysic?, 1929