Mike Nelson, L’Atteso, 2018 Installazione site specific presso OGR – Officine Grandi Riparazioni, Torino Courtesy l’artista |
Immaginate di trovarvi in un luogo lontano dal vostro
ambiente abituale. Un luogo silenzioso, dove si percepisca palpabile l’attesa
di qualcosa che deve arrivare, e voi non sapete che cosa sia.
Immaginate di potervi ritrovare improvvisamente catapultati
dentro un film di Antonioni, o di Wenders, con le atmosfere ovattate, la
narrazione fatta di immagini, luci, cose.
L’Atteso è il titolo dell’installazione che Mike Nelson ha
realizzato ad hoc per le OGR di Torino.
Artista inglese cinquantunenne, già nominato due volte al
Turner Prize, Mike Nelson ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di
Venezia nel 2011 e a Torino lavora con Franco Noero. La sua poetica è intensa, fatta di atmosfere, di silenzi.
Mike Nelson, L’Atteso, 2018 Installazione site specific presso OGR – Officine Grandi Riparazioni, Torino Courtesy l’artista |
Mike Nelson crea spazi. Ma non lo fa come un architetto,
perché i luoghi che lui crea non sono destinati ad ospitare le banali
operazioni o occupazioni del quotidiano.
Mike Nelson crea quella cosa che, quasi sempre, sempre più
spesso, ci manca. Crea lo spazio per il silenzio, per l’invenzione, per la
ricostruzione di una narrazione perduta o forse mai esistita, prima.
Tanto per cominciare, lo spazio dell’installazione, sul
Binario 1 delle OGR, è delimitato da una soglia. Oltre quella soglia ci
troviamo all'istante in un mondo altro. Un po’ come accadeva a quel personaggio
di un film ne La Rosa Purpurea del Cairo
(1985) di Woody Allen. Là il personaggio usciva dal film, qui è come se noi
potessimo compiere il percorso inverso.
Entriamo nel mondo della fantasia, della fiction. Ma ci
entriamo fisicamente, tanto che le scarpe si sporcano di terra, perché tutto è
cosparso di terra, oltre quella soglia.
Poi ci sono macchine, vecchie, nuove. E dentro ognuna
oggetti, tracce di storie possibili. Sta a noi ricostruirle, inventarle.
Quattordici auto, quattro moto. 180 tonnellate di terra e detriti e altrettante di silenzio. Sembra di essere sulla luna.
Quattordici auto, quattro moto. 180 tonnellate di terra e detriti e altrettante di silenzio. Sembra di essere sulla luna.
Sono i pezzi di un puzzle da ricomporre. A ciascuno il suo
racconto, la sua narrazione. La sua rêverie, come direbbe Bachelard.
Mike Nelson, L’Atteso, 2018 Installazione site specific presso OGR – Officine Grandi Riparazioni, Torino Courtesy l’artista |
Questa la mia rêverie.
Ho pensato che forse c’è un luogo dove vengono abbandonati
tutti i sogni del mondo, e che, a volte, qualcuno favorito dalla sorte lo
visiti in segreto e porti via qualche frammento, attorno a cui costruisce –
ricostruisce la propria storia, tessendo l’intrico della vicenda che ha deciso
di volta in volta narrare.
Che fine faranno i sogni dimenticati, i pensieri non
scritti, le parole non dette? E quelle ancora da dire? Le storie ancora da
raccontare?
Ho pensato che sono fortunata ad aver a che fare con queste
cose per lavoro. Posso entrare e uscire da mondi diversi, fare lunghi viaggi in
posti lontani, senza aver bisogno di prendere l’aereo, ma solo varcando soglie
visibili o invisibili.