Victoria Stoian, Nistru Confines 79 km, 2017, acrilico su tela, cm 105x 60, courtesy Alberto Peola Arte Contemporanea |
Chi si ricorda il film Ogni
cosa è illuminata (2005)? In quel film si parlava di ricordi, e di oggetti
che, grazie alla loro capacità evocativa, rendono ogni cosa illuminata dalla
luce del passato. Eppure, quella luce non viene dagli oggetti stessi, non si
imprime su di noi a partire da loro. Piuttosto, quella luce, viene da dentro di
noi, dalla nostra anima.
Nistru confines è
il titolo della seconda personale di Victoria Stoian, in corso in questi giorni
presso la galleria Alberto Peola di Torino.
Moldava, classe 1987, Victoria Stoian racconta la memoria
dei luoghi, e lo fa attraverso le tele dipinte con colori tenui, ma variegati e
dalle texture intense, cui si aggiungono alcune strutture scultoree poste sul
pavimento della galleria.
La memoria dei luoghi è un tema che fa parte del nostro
immaginario e ci tocca in maniera profonda. In più, il luogo che qui, in
particolare, vuole essere rievocato, è intriso di una particolare drammaticità.
Lungo le rive del fiume Nistru, in Moldavia, fu combattuta infatti, negli anni
Novanta, una guerra civile da cui conseguì l’abbandono forzato, da parte della
popolazione, della zona rurale posta proprio lungo il confine del fiume.
Victoria Stoian, Nistru Confines 48 km, 2017, acrilico su tela, cm 105x 60 courtesy Alberto Peola Arte Contemporanea |
L’esposizione, curata da Francesca Simondi, è in realtà è un
work in progress (l’artista continua ad aggiungere pezzi alla composizione del
lavoro), e si compone di due aspetti: i dipinti, dove è dominante il colore
azzurro-violetto delle acque, rappresentano lo spirito del fiume, mentre le
strutture poste sul pavimento sono simili a scheletri fossili costruiti in
cartapesta contorta. Queste strutture hanno lo scopo di rendere difficile al
visitatore l’accesso alle tele, allo stesso modo in cui la guerra rese
complicato e difficile, per gli abitanti di quei luoghi, l’accesso alle proprie
case e altri luoghi del cuore.
Victoria Stoian, Nistru Confines 39 km, 2017, acrilico su tela, cm 105x 60 courtesy Alberto Peola Arte Contemporanea |
Di queste opere mi ha colpito in modo particolare il modo in
cui l’artista affronta il tema del ricordo. La psicanalisi (e anche la
filosofia) ci insegna che esistono due tipi di ricordi. I ricordi che noi
raccontiamo spesso, a noi stessi e agli altri, e quelli che ci colgono improvvisi,
legati magari a dettagli che ci sembrano insignificanti. Come un profumo, un
colore, il gusto di un biscotto inzuppato in un infuso di tiglio e così via.
Il primo tipo di ricordo si dice sia, di solito, falso, o
quantomeno falsificato dalla razionalità e dalla volontà più o meno conscia di
chi lo racconta (anche a sé stesso!). Ma, facilmente, se dovessimo confrontare
il nostro ricordo con quello di altre persone presenti al fatto accaduto un
tempo e che stiamo evocando, constateremmo che i racconti sono molto diversi
tra loro, se non addirittura discordanti.
Il secondo tipo di ricordo invece affiora in maniera
spontanea. È sempre sincero e significativo, perché non è mediato dalla
razionalità e dalla coscienza, ma viene direttamente dall’inconscio. Questo
tipo di ricordo affiora alla memoria come qualcosa che si fosse depositato un
tempo in fondo al letto di un fiume e che emerga, chissà come e perché, un
giorno, alla mente. Sono questi i ricordi che ci possono aiutare a capire
meglio noi stessi, il nostro presente e forse anche, soprattutto, i nostri
desideri per il futuro, per mezzo di qualcosa che il passato ci ha lasciato in
eredità.
Victoria Stoian, Nistru Confines 34 km, 2017, acrilico su tela, cm 105x 60 courtesy Alberto Peola Arte Contemporanea |
Ho trovato il lavoro di Vittoria Stoian interessante perché
ha a che fare con questo secondo tipo di ricordi. Ciò che viene raccontato non
ha, infatti, l’assetto cronologico di un fatto narrato secondo un iter
cronologico, dall’inizio alla fine, ma la dimensione emotiva di un ricordo
vissuto, autentico e vero.
È alla luce di questo tipo di ricordi che ogni cosa si
illumina.
Per info sulla mostra:
albertopeola.com