Che colore ha la musica? Voci su Tela @Palazzo Cavour

logo dell'evento courtesy @ gli organizzatori


Che musica e colore abitino nella stessa casa è cosa nota, per lo meno tra le menti creative, almeno dai tempi di Kandiskij. Ma il rapporto tra queste due forme di creatività è sempre profondamente affascinante e non può non destare interesse.
Personalmente, almeno, io sono molto sensibile all'argomento. Non potevo perciò di certo lasciarmi sfuggire la mostra attualmente in corso a Palazzo Cavour, a Torino, dal titolo Voci su Tela

Si tratta di una collettiva piuttosto ampia, organizzata e curata dal critico musicale Massimo Cotto, che mette in mostra, per dir così, i sé alternativi di una lunga serie di nomi noti nel mondo della musica rock e pop. Da Bob Dylan a Leonard Cohen e Paolo Conte, passando per Jimi Hendrix, Patti Smith e Paul McCartney, fino ai nostri Caparezza, Andy dei Bluvertigo, Tiziano Ferro e molti altri. Insomma, gli artisti in mostra sono tutti cantanti che, sperimentando più o meno giocosamente un linguaggio espressivo alternativo, si sono cimentati con le arti visive. 
Non manca poi una sezione della mostra dedicata ad altri personaggi del mondo dello spettacolo. C'è anche qualche scrittore e persino qualche artista di mestiere.

Non c'è che dire. L'idea è intrigante e il percorso espositivo curioso e intelligente. Certo, la qualità artistica non è sempre eccelsa, ma non si può avere tutto. Così, dove ad attrarci non è il talento pittorico, a questo supplisce facilmente il gusto della scoperta, il piacere di vedere qualcosa fatto dai musicisti che amiamo con le loro mani. E questo dona, in molti casi, la possibilità di approfondire un nuovo aspetto della loro arte, cogliendone letteralmente nuove sfumature.

Un dipinto di Dario Fo, opera non in mostra. Immagine scaricata dal web


I più bei quadri tra quelli esposti? Credo il giudizio sia molto personale, e molto influenzato dai gusti musicali di chi guarda. Non è forse un caso, infatti, che mi sia piaciuto il lavoro Paul McCartney (quello dei Beatles, non l'artista, il cui nome per altro non si scrive così ;) !) e che io abbia trovato intrigante quello di Patty Pravo. Ho poi amato i lavori dal tratto jazzy di Paolo Conte (che a dire il vero conoscevo già) e le forme colorate e generose del disegno di Dario Fo, tracciato con la sua tipica, giocosa insolenza sul cartone della pizza.


Paolo Conte mentre dipinge, foto scaricata dal web


Confesso che avrei sperato di vedere in mostra anche un Bowie, e magari un lavoro di Brian Eno (ok, lo so, chiedo troppo!). E mi domando anche come mai nessuno degli artisti in mostra abbia scelto di cimentarsi con altri mezzi espressivi che non fossero il disegno o la pittura. Come mai nessuno abbia scelto la fotografia, o la scultura o l'installazione, per esempio.
Ma questi aspetti sono secondari, perché lo spirito della mostra, che, è bene ricordarlo, fa parte di un progetto con finalità benefiche (il ricavato è destinato a Casa Oz), è ben diverso. È uno spirito di gioco, curioso, sperimentale. E di certo mai noioso.



Per info: www.nextexhibition.it e la pagina Facebook dell'evento