scatto dalla performance di Daniele Galliano per Arto Lindsay - immagine dal profilo fb dell'artista - courtesy @ l'artista |
Quella che
segue è una breve intervista a Daniele Galliano, che, come saprete, ha recentemente
partecipato con tre fantastici live painting ai concerti di Blonde Redhead,
John Cale e Arto Lindsay alle OGR di Torino.
Un’esperienza
entusiasmante, e non solo per il pubblico. Tanto entusiasmante che i Blonde
Redhead hanno chiesto di usare l’immagine del dipinto realizzato da Daniele
Galliano durante la performance alle OGR per il loro prossimo show a NY. Che
dire? Non potevo non rendere conto sul mio blog di questa bella cosa. E già che
c’ero, ne ho approfittato per porre a Daniele due domande sul rapporto tra
musica e pittura. Una piccola anticipazione su quanto state per leggere: su Ry Cooder sono molto d'accordo...
Maria Cristina Strati: Mi
racconti qualcosa delle tue esperienze di live painting di quest’ultimo
periodo, alle OGR?
Daniele Galliano: A differenza delle precedenti
esperienze di live painting (tiennale di Milano con Saturnino e Livio Mignani)
e Paratissima per la L&B (con Giovanni Portaluppi) dove i preziosi
musicisti suonavano sui miei tempi, cioè fino al completamento del lavoro, in
queste tre occasioni Blonde Readhead, John Cale e Arto Lindsay per la rassegna
Avantgarde Portrait alle OGR ero io a dover far qualcosa sui loro tempi.
Insomma, dovevo dipingere nel corso di un concerto che va da un’ora ad un’ora e
trenta nella migliore delle ipotesi, non proprio tantissimo per realizzare
un’opera!
Ho preparato
tre progetti diversi: per i Blonde Readhead ho dipinto
ad olio su tela
frammenti del concerto in ordine sparso, con i tre musicisti ritratti in
diversi momenti del concerto e gli spettatori. I tre bis che il gruppo ha
concesso sono ovviamente stati una manna piovuta dal cielo per quanto riguarda
le tempistiche!
Per John
Cale ho realizzato un’immagine frontale del concerto a tempera e smalti
all’acqua. Ad un certo punto il regista ha comunicato che il concerto sarebbe
durato due ore. Mentre lui ci dava questo ragguaglio il nostro ha cominciato a
suonare Waiting my man e a quel punto
mi sono ricordato di avere nello zaino l’armonica in sol e in memoria delle
innumerevoli sedute di accompagnamento dei Velvet Underground avvenute nella
mia cameretta fin dalla più tenera età, mi sono tolto la soddisfazione di un
accompagnamento live! Per fortuna degli spettatori non ero amplificato e il mio
accompagnamento era udibile solo alla ristretta cerchia dei tecnici e dei miei
assistenti, ma le immagini di me che suonavo erano gigantesche di fianco ai
musicisti. Il divertimento, però, è durato poco. Il regista si è voltato e ci
ha comunicato che rimanevano soltanto 15 minuti di concerto... Arto Lindsay invece celebrava i rumorosi fasti dei primi anni novanta e così l’immagine che
ho proposto è stata realizzata meccanicamente, con i colori ad olio stesi con
dei rullini. Il risultato finale, grazie ad un artificio tecnico, risultava
essere una serie di fotogrammi (nei quali si leggevano figure ed i musicisti in
questione) poggiati su di una lavagna luminosa.
MCS: Che legame c’è tra pittura e musica
per te? Dipingere è un po’ come suonare?
DG: Ti sembrerà strano ma a parte la mia
passione per la musica che mi porta a suonare e a cantare, oltre che sul palco
(come nel caso della mia partecipazione al progetto Totò Zingaro) anche mentre
dipingo, adoro il silenzio.
MCSFacciamo un gioco. Se
fossi un musicista, chi saresti? Puoi spaziare dalla classica al jazz, techno,
pop… quello che vuoi tu!
DG: Beh, se fossi un musicista credo che
sarei qualcosa di molto simile a Ry Cooder
*Per chi non lo ricordasse, Ry Cooder è, tra l'altro, l'autore della colonna sonora di Paris, Texas di Wim Wenders. Questo pezzo per esempio per me è bellissimo... Mentre per quanto riguarda Lou Reed propongo questa versione molto particolare. Buon ascolto ;)