Woody e le donne

frame da Manhattan di Woody Allen, scaricato dal web

Da ieri circola in rete la notizia di un giornalista americano, il quale avrebbe tirato fuori un bel po' di materiale autografo (appunti, commedie, script vari e bozze di sceneggiature) donato da Woody Allen all'Università di Princeton qualche anno fa, scoprendovi, secondo lui, tendenze degenerate e perverse dal punto di vista sessuale.
Lasciando per un attimo da parte la sciocchezza della notizia in sé (ma vi pare che, anche fosse davvero perverso il caro Woody, lo scriverebbe su un foglio e poi donerebbe lui stesso quel foglio a una importante università? ma che cos'è? una battuta?), dato che ho letto tante cose in merito in questi due giorni e amo moltissimo il cinema di Woody da più di trent'anni, voglio esprimere il mio punto di vista.
Se oggi uno sceneggiatore proponesse a Hollywood o a Broadway una storia drammatica all'inverosimile, che parlasse di incesto, antropofagia, tradimenti, mutilazioni e guerre... che cosa farebbero gli americani? Meglio non pensarci... Per fortuna Eschilo ha scritto l'Edipo in Grecia e qualche anno prima dell'invenzione del politically correct, se no noi non avremmo caposaldo del teatro e della letteratura occidentale, e anche Freud sarebbe ancora alla ricerca di un simbolo adeguato per esprimere forse il concetto cardine del suo pensiero.
E Dostoevskij? Pensate un perbenista americano che cosa direbbe di Ivan Karamazov e delle sue idee sulla metafisica e la religione...  E La Morte a Venezia di Thomas Mann? Altro che sospetti di pedofilia... lì c'è pure la peste!! Ma poi che dire del Faust di Goethe che fa un patto con il diavolo? E Bulgakov? e Dante Alighieri che si commuove per i dannati dell'inferno e a volte fa persino amicizia ed è solidale con loro? ...e allora? 
Nei film di Woody Allen i personaggi femminili sono sempre fondamentali. Non sono MAI volgari, né mai sono usati come oggetti da parte degli uomini che hanno a che fare con loro. Non esibiscono i loro corpi come bambole, ma mostrano invece i loro sentimenti, i talenti, le doti intellettuali. Sì,forse  ci sono anche caratteri di donne apparentemente ingenue e sprovvedute nella filmografia di Allen, ma a ben guardare sono sempre poi loro a scuotere la vita degli uomini cerebrali e pessimisti con cui si trovano ad aver a che fare (di solito i personaggi interpretati da lui stesso o chi ne fa le veci), donando loro un punto di vista diverso, più ricco di umanità e verità sulle cose e sulla vita. Altro che maschilismo.
La stessa Mariel Hemingway, quando interpreta la controversa diciassettenne di Manhattan tanto citata dai detrattori di Allen in questi giorni, è poi l'unico personaggio in tutto il film a dare un messaggio positivo (e anche maturo!) sui rapporti umani, incoraggiando il protagonista, Isaac, ad avere "fiducia nella gente" (e subito dopo parte il brano bellissimo di Rhapsody in Blue di Gershwin e lo stacco sullo skyline di Manhattan che ti lascia senza fiato).
Non è un caso che spesso le attrici che hanno recitato i ruoli che Allen ha scritto per loro abbiano vinto l'Oscar, da Diane Keaton a Dianne Wiest, Cate Blanchett e molte altre tra cui spero di poter annoverare presto anche la bravissima Kate Winslet. 
Insomma, i film di Woody Allen parlano di donne, ma soprattutto parlano di persone e di sentimenti. 
Ne parlano con poesia, dolcezza, verità, ironia. Se dico con verità, vuol dire che lo fanno mostrando tanto i punti forti quanto le debolezze del nostro umano modo di amare e stare al mondo. Mostrano il non-sense della vita, e quanto è assurda e tragica, ma anche bella e piena di passione.
Quindi, quello che voglio dire è: togliete dalla storia del teatro e della letteratura tutti i tradimenti, le guerre, le perversioni, le tragedie persino... dovreste eliminare tutto Flaubert, Goethe, Mann, Tolstoj eccetera eccetera... i russi non ne parliamo, le tragedie greche per carità.... Resterebbero solo tutte le puntate de La casa nella prateria e forse giusto due filmetti scemi moralisti anni cinquanta (quelli sì, davvero maschilisti... pieni di eroi di guerra imperialisti e casalinghe senza altre ambizioni)! Ma vi pare? 
Che si fa allora? Buttiamo via tutta la storia della narrativa e dell'arte e ci teniamo solo la propaganda? Oppure capiamo che l'arte (la letteratura il teatro il cinema) esiste proprio per parlare, come fa Allen, delle piccole e grandi miserie umane, in tutta la loro bellezza e tragicità, perché solo così le opere sono vere e parlano di noi, e solo così ci aiutano a capire e amare il mondo, la vita e noi stessi per quello che siamo?
Il modo di pensare espresso nei vari articoli anti- Allen che girano in rete in questi giorni - che poi è lo stesso di quelli che hanno censurato le immagini dei disegni di Schiele nella metro di Londra - a me non piace e quasi spaventa. Dove si vuole arrivare? Dichiarare tutti quelli che parlano di debolezze umane "arte degenerata" forse a loro sembrerà una buona idea, forse, ma è vecchia... qualcuno ha già provato a farlo, non più di una settantina di anni fa, e non è andata proprio benissimo, grazie al cielo.
Detto ciò vorrei anche specificare una cosa. Personalmente mi sento e mi dichiaro femminista, e anche una fan di Woody Allen, e non vedo le due cose minimamente in contraddizione. Anzi. Non solo perché amo il modo magistrale e poetico in cui Woody sempre descrive le donne, ma anche e forse soprattutto perché, da donna che crede nella parità dei sessi e nella necessaria lotta per ottenerla appieno in ogni ambito, sogno un femminismo che parli dei tanti talenti femminili in letteratura, arte, cinema, scienza, filosofia e non quasi esclusivamente del Wenstein, Brizzi o che ne so di turno. Ma non si accorge chi fa così che sono tutti uomini quelli di cui sta parlando? Oppure parla di donne, sì, ma sempre in funzione o in relazione (o in funzione della loro relazione, sia pure polemica o controversa), con esponenti del sesso opposto... E basta, che noia! Vi avanzerà poi un po' di tempo per parlare del lavoro delle scrittrici, registe, artiste, attrici o scienziate, dato che ce ne sono, e tante, che fanno e dicono cose interessanti? 
Bah! Che dire dunque, infine? Per me i film di Woody Allen sono più femministi di quelli e quelle che parlano in questo modo, ma di gran lunga.