Un mix epocale. Léo Caillard e i suoi Hipsters in stone (o bronze)




Léo Caillard, Hipsters in Stone - immagine scaricata dal web - courtesy @l'artista
   
    Ve lo immaginate il David di Michelangelo che fa shopping da Zara? E Perseo di Cellini, oggi, che occhiali da sole indosserebbe?  La domanda messa così suona come una provocazione e un gioco, ed è proprio così. Ma dietro questo gioco si nasconde una ricerca interessante.
Léo Caillard è un artista francese che ha fatto di questa provocazione il centro del suo lavoro. Prende le immagini delle statue antiche, quelle che hanno fatto la storia dell'arte, e le veste come hipster.
Il risultato è ironico e divertente, ma non solo. C'è anche una riflessione sulla bellezza, sugli standard estetici epocali oppure no. Insomma, il discorso è intenso e interessante. 
Perciò ho deciso di porre qualche domanda allo stesso Caillard, ed ecco qui sotto la nostra chiacchierata. Abbiamo parlato di Schlegel (per l'ironia) e di Deleuze (beh più pop-sophia di così), ma anche di mostre e progetti futuri.

Buona lettura!


Léo Caillard, Hipsters in Stone - immagine scaricata dal web - courtesy @l'artista



Maria Cristina Strati : Il tuo lavoro mi piace moltissimo. Penso che s’inscriva perfettamente nel concetto di pop-sophia di Gilles Deleuze, che molto immodestamente ho preso ad ispirazione per il mio blog e i miei progetti in generale. Mi piace il modo in cui tu mescoli il presente e il passato, la tradizione e la storia dell’arte con la cultura popolare, nel senso del modo di vivere del nostro mondo globalizzato di oggi. è ironico, ma penso che questo “mescolare” sia anche un ottimo modo per approcciarsi al tempo presente e comprenderlo meglio, interiorizzando la tradizione del passato. Tu che ne pensi ?

Léo Caillard: Hai riassunto l’essenza del mio approccio. Ho un background culturale di tipo scientifico, ho studiato fisica e filosofia. Proprio come accadeva nella cultura greca e romana antica, sono curioso di tutto per natura e le mie serie artistiche partono sempre da una riflessione filosofica o sociologica. Provo a mettere in prospettiva il passato e il presente perché solo così possiamo vivere e sentire meglio la nostra epoca contemporanea.

Léo Caillard e Alexis Persani, Hipsters in Stone - immagine scaricata dal web - courtesy @l'artista



MCS: Il tuo lavoro è senza dubbio ironico. Luigi Pirandello diceva che l’ironia è “il senso del contrario”, mentre per Schlegel era la capacità di “trasferirsi arbitrariamente ora in questa ora in quella sfera come in un altro mondo, non solo con l'intelletto e con l'immaginazione ma con tutta l'anima; rinunciare liberamente ora a questa ora a quella parte del proprio essere (…) questo può solo uno spirito (…) nel cui intimo l'universo che, come si dice, è in germe in ogni mondo, s'è dispiegato ed è pervenuto alla sua maturità" (Fragmente, 1798, § 121). Che cosa ne pensi?

LC: C’è una parte di ironia, ma sempre delicata e poetica. Non ho intenzione di giudicare, ma piuttosto di mettere in prospettiva la nostra fragilità individualista, che non è poi cambiata dai tempi antichi ad oggi, e che ha a che fare con le questioni fondamentali del nostro essere umani coscienti di noi stessi. Perciò è impronta dell’ego e di una rappresentazione personale fittizia e complessa.
Cerco, con un gesto umoristico, di far pensare al presente come ad un tutto non-temporale,c ome si descrive nella fisica quantica. Invitando la gente a staccarsi dalla loro visione sociale, che è intrinsecamente legata ad un’epoca, poiché il nostro essere profondo si ricollega come un tutt’uno alla nostra civiltà passata, presente e futura. La questione dell’essere e del tempo è identica in ogni epoca.


MCS: Mi racconti i tuoi progetti futuri? Sia nel senso della tua ricerca, sia come mostre.

LC: Il prossimo marzo esporrò al King’s College di Londra per una grande collettiva sul tema del “Modern Classicism” o  come le società cosiddette classiche influenzano direttamente le domande umanistiche attuali.
Per me sarà un onore partecipare e per l’occasione realizzerò delle sculture nuove, sempre ispirate a forme classiche ma presentate in due maniere diverse: in pezzi reali di marmo e bronzo, ma anche in realtà aumentata. Dalla pietra alla luce insomma! Dal tempo “solido” a quello “luminoso”. Dal reale all’etereo. Nell’intento di tradurre il nostro approccio attuale all’immateriale, al digitale, nel suo potenzialmente incredibile spazio immaginario, ma anche nel suo essere sempre a rischio di sparire…


Per info sull'artista e il suo lavoro: www.leocaillard.com