Art&Law Conversation IV

la locandina dell'evento edizione 2017


Giovedì prossimo 2 novembre, poche ore prima dell’opening di Artissima, presso la galleria della Casa d’Aste Sant’Agostino avrà luogo un talk su alcuni temi che riguardano il collezionismo e, più in generale, gli argomenti di carattere legale e giuridico che concernono l’arte contemporanea. L’evento, che vedrà partecipare una schiera di ottimi professionisti di entrambi i settori (e di cui avrò l’onore di fare parte), è organizzato dall’associazione BusinessJus. E Allora chi meglio di Simone Morabito, avvocato e presidente di BusinessJus, nonché fondatore del network Artlawyers, poteva raccontarci qualcosa sull’iniziativa?
Qui di seguito trovate una breve intervista che gli ho rivolto

Maria Cristina Strati: Simone, mi presenti in due parole BusinessJus e Art & Law Conversation?
Simone Morabito: BusinessJus ha lo scopo di sviluppare conoscenze scientifiche e le capacità professionali dei propri associati. L’Associazione raggruppa giovani professionisti in tutto il mondo (avvocati, dottori commercialisti, notai, revisori contabili, accademici) di alto profilo, che si riuniscono accumunati dallo studio del diritto d’impresa. Il 90% ha meno di 40 anni e il tema del ricambio generazionale è molto sentito. Uno dei punti di forza di BusinessJus risiede nelle attività di approfondimento organizzate tanto per gli associati quanto per i non associati, attraverso attività di “impollinazione incrociata” (alla Steve Jobs) in cui le differenti professionalità presenti, dai loro rispettivi punti di vista, esaminano problematiche e novità relative al mondo del diritto. Gli incontri avvengono nelle c.d. LAW CONVERSATIONS, format nati da BusinessJus e riprodotti da molti. Ogni attività dell’Associazione conferisce il diritto, per chi partecipa, all’attribuzione di crediti formativi per i rispettivi ordini professionali. Inoltre BusineJus è una delle associazioni fondatrici di Yes4To che mira a formare la Torino del futuro con una lenta, ma inesorabile, rivoluzione culturale.

MCS: L'evento del 2 novembre si rivolge più ai collezionisti o agli artisti?
SM: In verità è aperto a tutti gli operatori del mondo dell’Arte. Sicuramente ai collezionisti, per la tutela del loro patrimonio; agli artisti, per la vendita e il trasferimento delle loro opere; alle Case d’Asta, per la novità assoluta in merito all’uso di criptovalute come mezzo di pagamento; a chiunque si trovi sperduto nella giungla delle norme di riferimento.

MCS: Non pensi che gli artisti dovrebbero avere più consapevolezza delle tematiche di tipo giuridico e legale che riguardano il loro lavoro?
SM: Sicuramente. Purtroppo c’è ancora poca attenzione all’aspetto formale dei trasferimenti di opere, con la conseguenza che molti diritti vengono compromessi e i rimedi risultano, infine, meno efficaci.

MCS: E ora veniamo alla parte divertente dell’artweek torinese… Quali sono secondo te le mete imprescindibili della prossima settimana dell'arte a Torino? Tolta la fiera principale, ovviamente!
SM: The Others, per l’ubicazione da brividi. Mi aspetto poi molto da Dreamers, spero di non essere deluso.

MCS: Infine... esiste un'opera d'arte contemporanea che ti rappresenta? E se sì, perché?

SM: Direi All Art has been contemporary di Nannucci, che trionfa sulla GAM. Monito contro i facili paragoni con l’arte del passato.