Si fermavano e vivevano (Un errore di lettura)



Julio Cortazar (foto dal web)

 Ho appena deciso quale sarà il prossimo libro - non di filosofia o arte - che leggerò. Sarà Gli autonauti della cosmostrada, di Cortazar e Dunlop.
Ho deciso di leggerlo per una circostanza curiosa. 
Il libro parla di un viaggio che non è solo un viaggio fisico, ma anche qualcosa che capita dentro l'anima.
Sì perché i due, in viaggio negli anni ottanta da Parigi a Marsiglia , secondo la migliore tradizione fricchettonasu un vecchio pullmino Volkswagen, decidono di viaggiare a ritmo lento, gustandosi ogni paesaggio, ogni passaggio, ogni incontro.
Chiaro che l'idea è di per sé bellissima, e a dire il vero nemmeno tanto originale. Ma ciò che mi ha colpito di più viene da un errore (mio) di lettura.
Il brano che avevo sotto gli occhi diceva che i due viaggiavano e giunti a una città o una destinazione qualunque che avevano deciso come tappa del loro percorso, si fermavano e vivevano con la gente dei luoghi in cui si trovavano a passare. 
Ma tra "vivevano" e "con la gente" c'era un a capo e io subito non l'ho visto.
Per cui ho letto "si fermavano e vivevano", punto. 

Julio Cortazar (foto scaricata dal web)
Lo so, è un errore di lettura il mio. Però mi ha acceso proprio una lampadina. Mi è scattato qualcosa dentro e ho pensato che, caspita, è vero! Abbiamo sempre la testa e le giornate piene di cose da fare. Siamo costantemente concentrati sul futuro che vorremmo, o su cosa non è andato bene nel passato. Su cosa pensa tizio e che cosa ha fatto caio e come quell'altro ci giudicherà. Se riusciremo a fare quella tal cosa oppure finiremo per fare quell'altra che non ci piace. 
Invece Cortazar e Dunlop ogni tanto "si fermavano e vivevano".
Ecco! - ho pensato - ora ho capito!



Devo ricordarmelo anch'io. Mentre faccio le cose che faccio, qualsiasi cosa. Voglio anch'io ogni tanto fermarmi e ricordarmi di vivere, non soltanto di sbrigare le cose che devo fare. 
Assaporare un gusto o un'atmosfera. Ascoltare una musica o qualcuno che mi racconta qualcosa, magari qualcuno che non conosco. Sentire i profumi che ci sono. Parlare e anche stare in silenzio. Guardare intorno, in alto, in basso. Guardare la bellezza delle cose e delle persone.Vedere tutto. Godere di tutto quello che c'è, quando c'è, senza chiedere permesso e senza chiedere altro. 

Cortazar sul mitico pullmino Volkswagen (foto dal web)

Poi ho riletto la frase e ho capito che avevo sbagliato io a leggere e dopo "vivevano" c'era dell'altro.
Ma ormai nella mia testa resterà per sempre questa immagine di Cortazar e Dunlop che viaggiavano e "ogni tanto si fermavano e vivevano".