Happy Birthday Ziggy Stardust

(foto dal web)

Dopo quella triste data di gennaio del 2016, improvvisamente David Bowie è diventato di gran moda. Ne hanno parlato e ne parlano tutti, forse in troppi. E ne parlano talmente tanto che a volte pare di riascoltare sempre le stesse cose. 
Capita, purtroppo, che anche le cose più vere, a forza di sentirle, perdano di forza.
Un po' come le metafore quando smettono di essere "vive", si letteralizzano, diventano poco più i modi di dire di cui nessuno ricorda il vero significato, utili a sfangarsela quando si ci trova impelagati in dicussioni senza capo nè coda.

Ma se con le parole c'è questo rischio, tutt'altra cosa, per fortuna, è la musica.

Per esempio. Oggi, 45 anni fa, vedeva la luce uno dei miei album preferiti in assoluto. 
Era il 16 giugno 1972 quando usciva il celeberrimo The Rise and Fall of Ziggy Stardust and The Spiders from Mars.  
Io l'ho scoperto tanti anni più tardi, per forza di cose, da ragazzina. Ma dal primo momento in cui l'ho ascoltato, l'ho amato moltissimo e, nonostante gli anni passino, mi trasmette sempre un un bel po'o di energia. Continuo ad ascoltarlo con la stessa emozione, scoprendo sempre cose nuove (e ok, anche cantando e ballando alla grande, vai!) come se fosse sempre la prima volta.

Per fortuna. La musica è un rifugio, una ricchezza, un dono. Non tutta, ovviamente, solo quella davvero bella, che riesce a parlare attraverso un linguaggio poetico fatto di suoni, parole, visioni.

Perciò, nel caso di Ziggy Stardust, non ditemi che è solo rock and roll. Questa, signori, davvero è poesia.



(Qui sopra uno dei pezzi che preferisco. Si tratta di un medley dal concerto all'Hammersmith di Londra del 3 luglio 1973. Buon ascolto!)