Robert Wilson, Lady Gaga, The head of Saint John the Baptist - Milky Way 2013 ©RW Work |
C’è una testa mozzata, un mistero da risolvere, un percorso
da seguire. No, non è una novella di Edgar Allan Poe, versione a dire il vero un po’ splatter. È una
mostra attualmente in corso a Villa Panza, a Varese.
Una mostra che permette di mettere in gioco delle
riflessioni un po’ particolari.
Per esempio: avreste mai pensato di riflettere
contestualmente, nello stesso percorso espositivo su Rilke e Lady Gaga insieme?
Succede alla mostra di Robert Wilson, appunto a Villa Panza.
È una mostra imponente e di sicuro interesse, che ha da fare
– in modo analogo a quella di Bill Viola a Firenze di cui ho scritto qualche
giorno fa – con il tema caro a Benjamin e Didi-Huberman delle immagini, tra
dialettica e anacronismi. Wilson però - pure se con uno stile del tutto diverso
e in parte meno sofisticato - si spinge oltre lo stesso Bill Viola in un certo
senso.
Robert Wilson, Isabella Rossellini, 2005 - Foto Sergio Tenderini © FAI - Fondo Ambiente Italiano |
Da un lato dedica un’attenzione intensa al versante
narrativo e letterario, come nel caso delle citazioni di Rilke. Dall’altro, nel
corso della sua riattualizzazione e risveglio della storia dell’arte, enfatizza,
quasi per contrasto, un aspetto decisamente pop. Insomma, c’è Rilke da un lato,
Lady Gaga dall’altro. Cultura alta e cultura pop. C’è da credere che Umberto
Eco avrebbe gradito.
Rilke parla della solitudine necessaria al lavoro dell’anima
che sta dietro ogni poesia. Lady Gaga rappresenta il mondo pop e glamour, che
si situa all’estremo opposto di questa solitudine.
Eppure, grazie a Wilson, in un caso il viso della popstar si
sovrappone a quello della testa di San Giovanni Battista ricalcando un disegno
attribuito a Leonardo da Vinci (o anche una versione dello stesso tema di
Andrea Solario, un’opera del XV secolo conservata al Louvre, così come altre
innumerevoli versioni, tutte fedeli a una medesima iconografia).
Un’osservazione: in questo tipo di rappresentazioni
pittoriche anticamente, spesso il volto del santo ricalcava i tratti
dell’artista che lo dipingeva. Qui invece è la star del pop presta il suo volto
alla mitologia biblica.
Ma chi era Giovanni Battista? La storia la conosciamo tutti,
e anche il come morì e venne decapitato, secondo la Bibbia, per mano di Erode
sedotto dalla bella Salomé. Viene in mente la Salomè di Oscar Wilde, e quella
di Strauss, certo, ma Salomé e San Giovanni Battista si agitano anche nelle visioni
del Libro Rosso di Jung.
Detto fra noi, non è curioso? Per Jung il sacrificio di
Giovanni è una tappa nel percorso dell’individuazione della psiche e gli
artisti, nel corso dei secoli, hanno spesso deciso di sovrapporre il proprio
volto a quello della testa decapitata del santo. Certo, non solo a quella,
tuttavia sembra quasi che essi abbiano voluto inconsciamente dare luogo, come
in un rituale profondo, lo stesso sacrificio interiore di se stessi forse a
qualche dio dell’arte, chi lo sa!
Robert Wilson, Lady Gaga The death of Marat - Foto Sergio Tenderini © FAI - Fondo Ambiente Italiano |
Wilson però non mette la propria testa su quel piatto, bensì
quella della regina del pop. Un personaggio noto per essere eccessivo,
soprattutto dal punto di vista dell’immagine.
Poi le teste a dire il vero sono due, e si collocano su lightboxes ai lati di un'opera più grande, che ripete la Morte di Marat di Jacques Louis David.
Ecco dunque ciò che succede. L’iconografia antica si
sovrappone a quella pop contemporanea. Il sacrificio dell’immagine dà luogo ad
un’immagine che appare insieme del tutto nuova – anche per il supporto
tecnologico – e completamente antica per come è posta e strutturata
iconograficamente. Capiamo allora di muoverci intorno ad un mistero. Siamo in un
luogo sacro, che solo l’arte può dischiudere e rendere visibile, dove presente
e passato, e altre coppie di opposti, si incontrano.
Certo, la presenza di un personaggio noto in un contesto
completamente diverso, come quello della musica pop serve anche a decontestualizzare,
a sdrammatizzare la notevole tensione che il soggetto intensamente drammatico e
spirituale porta con sé. E tra i divi più o meno pop presenti nelle opere in
mostra Lady Gaga non è sola. Ci sono diversi personaggi: da Brad Pitt a
Isabella Rossellini, da Roberto Bolle a Renèe Fleming.
8.Robert Wilson, Ivory, Black Panther 2006 ©RW Work |
C’è anche una immagine piuttosto inquietante, che
rappresenta una pantera nera in apparente stato di quiete (ma la sensazione è
che stia per saltare addosso al visitatore da un momento all’altro). Un po’ come il mistero di cui si diceva prima,
e a cui alludono le opere in mostra, dietro la patina della loro bellezza
algida e formalmente perfetta.
(La mostra di Robert Wilson s'intitola Tales, è promossa dal FAI - Fondo Ambiente Italiano ed è visitabile fino al 15 ottobe 2017. Per info www.villapanza.it)