A love supreme - Andrea Palmucci fotografa il jazz

foto vincitrice del Jazz Award di New York come Jazz Photo of the Year 2015 @l'artita e Phos

Cosa resta della musica negli occhi e nei volti di chi la suona? Tutto, direi, specialmente se stiamo parlando di jazz. Perché il jazz non accetta le mezze misure, ma si prende tutto: l’anima, lo sguardo, il pensiero di chi ascolta e di chi suona. A patto di prestargli attenzione, senza reticenze.

Da Phos a Torino è in corso una mostra di scatti realizzati durante concerti jazz. L'autore è Andrea Palmucci.

Sono fotografie che parlano di jazz e nelle foto vedi la musica. 
Non una musica qualunque, ma la musica jazz quando è suonata dal vivo. Il ritmo è magicamente scandito dal bianco e nero delle immagini e pare disegnarsi sui volti e nelle mani dei soggetti. 
Sono loro, i musicisti, che vivono la musica sulla propria pelle, intenti a cavare meravigliosi suoni dai loro strumenti.
Perché il jazz è così: o si ama o si odia. Ma se si ama, allora è amore supremo – a love supreme, come diceva il grande Coltrane.


Una delle foto in mostra (quella qui sopra) si aggiudicata il primo posto al Jazz Award di New York come Jazz Photo of the Year 2015.

C’è ancora una settimana di tempo per visitare la mostra.