L’arte italiana (anzi sabauda) va in vetrina. Parte a Torino il nuovo progetto dedicato all’arte locale della Gam
Intervista a Luigi Fassi
di Maria Cristina Strati
Pubblicato su Espoarte n.74, dicembre 2011 - gennaio 2012
Global, glocal o local? Lasciando perdere l’orribile neologismo “via di mezzo” a Torino quest’anno va di moda il local. Almeno alla Gam.
Con il progetto Vitrine la Gam di Torino torna infatti a dedicarsi all’arte locale. Vitrine si configura infatti come una rassegna articolata in più cicli, ciascuno dei quali sarà affidato ad un diverso curatore. Intento della rassegna è cogliere alcuni esempi di arte contemporanea che nasce e si sviluppa sul territorio, per dare un po’ il polso di quanto accade, ma soprattutto, finalmente, per tornare – tra l’altro, durante e dopo le mille polemiche legate alle vicende del Castello di Rivoli - a dare uno spazio agli artisti locali all’interno di una prestigiosa istituzione pubblica.
La prima sezione, dedicata agli artisti nati tra gli anni settanta e ottanta, è stata affidata al giovane critico Luigi Fassi, che si distingue nel panorama della critica contemporanea torinese per l’alto livello culturale dei suoi interventi, sempre molto precisi e attenti al contesto internazionale.
Il titolo della sezione, Con gli occhi chiusi, è tratto da un libro non proprio noto ai più, che porta la firma di Federigo Tozzi, uno scrittore italiano dei primi anni del secolo scorso. Una chicca per intellettuali insomma, scelta per sottolineare gli aspetti di interiorità e profondità della ricerca artistica, le qualità maggiormente legate all’intuizione, che a parere del curatore costituiscono il sottile fil rouge che lega i differenti percorsi di ricerca degli artisti selezionati.
Questa prima serie di mostre si suddivide infatti in cinque appuntamenti che coinvolgono cinque artisti o coppie di artisti che si sono distinti negli ultimi anni per il loro percorso in ambito nazionale e a volte internazionale. I cinque convocati sono: Renato Leotta, i fratelli de Serio, Isola e Norzi, Alessandro Sciaraffa e la coppia Caretto e Spagna.
Confrontando i diversi percorsi di ricerca si noterà come alcuni di questi sono più interessanti di altri, alcune ricerche più affascinanti, altre meno. Ma ciò che soprattutto cattura l’interesse e merita approfondimento è la totalità dell’operazione, di cui abbiamo avuto occasione di discutere con il curatore.
Maria Cristina Strati: Se ti chiedessero di spiegare il progetto Vitrine, che curi per la Gam di Torino, con sole cinque parole, come lo definiresti?
Luigi Fassi: Se mi chiedi di definirlo in 5 parole, non potrei che darti i nomi dei 5 artisti coinvolti, singoli e coppie, Renato Leotta, Gianluca e Massimiliano De Serio, Isola e Norzi, Alessandro Sciaraffa, Caretto e Spagna. Saranno i loro lavori a dare forma al progetto.
MCS: Mi racconti come è nato il progetto Vitrine e come hai scelto gli artisti che vi sono coinvolti?
LF: Il progetto Vitrine è nato in conseguenza di una mia precedente collaborazione con la GAM di Torino per la rivista MAG ed è sorta con l’intento di presentare una selezione di artisti torinesi in galleria. Più in specifico, mia intenzione di base è stata di coinvolgere artisti torinesi provenienti da generazioni ed esperienze diverse tra loro e sino ad ora mai giunti negli spazi espositivi della GAM. Da queste premesse il progetto è poi entrato in dettaglio, divenendo un percorso attraverso delle posizioni significative nell’arte a Torino oggi.
MCS: Con questo progetto infatti la Gam torna ad occuparsi del territorio e dei giovani, dopo molto tempo. Come giudichi, più in generale, il rapporto delle istituzioni torinesi importanti (come la Gam, ma anche Rivoli o altre realtà come la Fondazione Sandretto o la Fondazione Merz) con la giovane arte italiana?
LF:Per quanto riguarda Torino, mi sembra che ci sia una maggiore consapevolezza di come la complessità della scena artistica contemporanea in città possa essere oggetto di molteplici ricerche e progetti. Quanto all’impegno sull’arte italiana in generale credo sia importante tenere un’attenzione viva su ciò che succede artisticamente in tutto il territorio nazionale, anche al di là delle grandi città. Su questo si può fare ancora meglio.
MCS:Come valuti il lavoro che si svolge sui giovani nelle Accademie? Secondo te l’Accademia Albertina di Torino ha “sfornato” ultimamente qualche giovane artista che consigli di tenere d’occhio?
LF: Ai degli artisti di Vitrine provengono dall’Accademia Albertina che rimane la piattaforma più immediata e condivisa nella formazione degli artisti a Torino. Dopo l’accademia ciascuno persegue poi strade diverse e necessarie perché l’acquisizione di esperienze e professionalità non può certamente concludersi solo con gli anni dell’accademia.
MCS: A tuo parere qual è il limite o il senso secondo il quale dobbiamo considerare un artista un “giovane artista”?
LF: In Vitrine vi sono artisti che sono oltre i limiti canonici della definizione media di giovane artista (35 anni). Credo debba essere una definizione solo tecnica, l’indicazione di un momento fondamentale, quello della formazione, oltre il quale si apre ciò che più conta, la maturità.
VITRINE, GAM Torino. Via Magenta, 31
Primo ciclo: CON GLI OCCHI CHIUSI , a cura di Luigi Fassi, dal 27 settembre 2011 al 31 luglio 2012
Calendario appuntamenti:
Renato Leotta, 27 settembre – 11 novembre 2011
Gianluca e Massimiliano de Serio, 24 novembre – 31 gennaio 2012
Isola e Norzi, 9 febbraio- 31 marzo 2012
Alessandro Sciaraffa, 12 aprile – 30 maggio 2012
Caretto e Spagna, 5 giugno - 31 luglio 2011
Immagini di lavori di Isola e Norzi e Caretto e Spagna, fornite dall'ufficio stampa della Gam di Torino per la pubblicazione su Espoarte
Intervista a Luigi Fassi
di Maria Cristina Strati
Pubblicato su Espoarte n.74, dicembre 2011 - gennaio 2012
Global, glocal o local? Lasciando perdere l’orribile neologismo “via di mezzo” a Torino quest’anno va di moda il local. Almeno alla Gam.
Con il progetto Vitrine la Gam di Torino torna infatti a dedicarsi all’arte locale. Vitrine si configura infatti come una rassegna articolata in più cicli, ciascuno dei quali sarà affidato ad un diverso curatore. Intento della rassegna è cogliere alcuni esempi di arte contemporanea che nasce e si sviluppa sul territorio, per dare un po’ il polso di quanto accade, ma soprattutto, finalmente, per tornare – tra l’altro, durante e dopo le mille polemiche legate alle vicende del Castello di Rivoli - a dare uno spazio agli artisti locali all’interno di una prestigiosa istituzione pubblica.
La prima sezione, dedicata agli artisti nati tra gli anni settanta e ottanta, è stata affidata al giovane critico Luigi Fassi, che si distingue nel panorama della critica contemporanea torinese per l’alto livello culturale dei suoi interventi, sempre molto precisi e attenti al contesto internazionale.
Il titolo della sezione, Con gli occhi chiusi, è tratto da un libro non proprio noto ai più, che porta la firma di Federigo Tozzi, uno scrittore italiano dei primi anni del secolo scorso. Una chicca per intellettuali insomma, scelta per sottolineare gli aspetti di interiorità e profondità della ricerca artistica, le qualità maggiormente legate all’intuizione, che a parere del curatore costituiscono il sottile fil rouge che lega i differenti percorsi di ricerca degli artisti selezionati.
Questa prima serie di mostre si suddivide infatti in cinque appuntamenti che coinvolgono cinque artisti o coppie di artisti che si sono distinti negli ultimi anni per il loro percorso in ambito nazionale e a volte internazionale. I cinque convocati sono: Renato Leotta, i fratelli de Serio, Isola e Norzi, Alessandro Sciaraffa e la coppia Caretto e Spagna.
Confrontando i diversi percorsi di ricerca si noterà come alcuni di questi sono più interessanti di altri, alcune ricerche più affascinanti, altre meno. Ma ciò che soprattutto cattura l’interesse e merita approfondimento è la totalità dell’operazione, di cui abbiamo avuto occasione di discutere con il curatore.
Maria Cristina Strati: Se ti chiedessero di spiegare il progetto Vitrine, che curi per la Gam di Torino, con sole cinque parole, come lo definiresti?
Luigi Fassi: Se mi chiedi di definirlo in 5 parole, non potrei che darti i nomi dei 5 artisti coinvolti, singoli e coppie, Renato Leotta, Gianluca e Massimiliano De Serio, Isola e Norzi, Alessandro Sciaraffa, Caretto e Spagna. Saranno i loro lavori a dare forma al progetto.
MCS: Mi racconti come è nato il progetto Vitrine e come hai scelto gli artisti che vi sono coinvolti?
LF: Il progetto Vitrine è nato in conseguenza di una mia precedente collaborazione con la GAM di Torino per la rivista MAG ed è sorta con l’intento di presentare una selezione di artisti torinesi in galleria. Più in specifico, mia intenzione di base è stata di coinvolgere artisti torinesi provenienti da generazioni ed esperienze diverse tra loro e sino ad ora mai giunti negli spazi espositivi della GAM. Da queste premesse il progetto è poi entrato in dettaglio, divenendo un percorso attraverso delle posizioni significative nell’arte a Torino oggi.
MCS: Con questo progetto infatti la Gam torna ad occuparsi del territorio e dei giovani, dopo molto tempo. Come giudichi, più in generale, il rapporto delle istituzioni torinesi importanti (come la Gam, ma anche Rivoli o altre realtà come la Fondazione Sandretto o la Fondazione Merz) con la giovane arte italiana?
LF:Per quanto riguarda Torino, mi sembra che ci sia una maggiore consapevolezza di come la complessità della scena artistica contemporanea in città possa essere oggetto di molteplici ricerche e progetti. Quanto all’impegno sull’arte italiana in generale credo sia importante tenere un’attenzione viva su ciò che succede artisticamente in tutto il territorio nazionale, anche al di là delle grandi città. Su questo si può fare ancora meglio.
MCS:Come valuti il lavoro che si svolge sui giovani nelle Accademie? Secondo te l’Accademia Albertina di Torino ha “sfornato” ultimamente qualche giovane artista che consigli di tenere d’occhio?
LF: Ai degli artisti di Vitrine provengono dall’Accademia Albertina che rimane la piattaforma più immediata e condivisa nella formazione degli artisti a Torino. Dopo l’accademia ciascuno persegue poi strade diverse e necessarie perché l’acquisizione di esperienze e professionalità non può certamente concludersi solo con gli anni dell’accademia.
MCS: A tuo parere qual è il limite o il senso secondo il quale dobbiamo considerare un artista un “giovane artista”?
LF: In Vitrine vi sono artisti che sono oltre i limiti canonici della definizione media di giovane artista (35 anni). Credo debba essere una definizione solo tecnica, l’indicazione di un momento fondamentale, quello della formazione, oltre il quale si apre ciò che più conta, la maturità.
VITRINE, GAM Torino. Via Magenta, 31
Primo ciclo: CON GLI OCCHI CHIUSI , a cura di Luigi Fassi, dal 27 settembre 2011 al 31 luglio 2012
Calendario appuntamenti:
Renato Leotta, 27 settembre – 11 novembre 2011
Gianluca e Massimiliano de Serio, 24 novembre – 31 gennaio 2012
Isola e Norzi, 9 febbraio- 31 marzo 2012
Alessandro Sciaraffa, 12 aprile – 30 maggio 2012
Caretto e Spagna, 5 giugno - 31 luglio 2011
Immagini di lavori di Isola e Norzi e Caretto e Spagna, fornite dall'ufficio stampa della Gam di Torino per la pubblicazione su Espoarte