Che tempo (dell’arte) che fa

Intervista a Giorgio Vaccarino sul suo progetto web Arsmeteo…

MC: Ciao Giorgio! Hai voglia di raccontare ai lettori del mio blog che cos’è Arsmeteo?
GV: Oggi ArsMeteoº è un portale web (www.arsmeteo.org) dove si raccolgono opere d'arte e dove si realizza la convergenza da parte di autori, appassionati ed esperti anche di estrazioni molto diverse


MC: Com’è nato il sito e quali sono stati i suoi sviluppi nel tempo?
GV: Ma il nome di ArsMeteo compare per la prima volta su "Ars Mag" - lo ricordi sicuramente anche tu che, all'epoca, dirigevi quel progetto di rivista online - a cavallo fra 2005 e 2006. Mi premeva allora, da collaboratore al design e ai contenuti della testata, di trovare un modo per far scorrere in capo alla home page, con una sorta di banner grafico animato, il succo degli eventi sia artistici che geo-politici e sociali del momento. La metafora del meteo serviva proprio a sottolineare quell'intenzione. Poi il progetto della rivista naufragò, come spesso succede alle cose troppo belle. Tuttavia mi portai appresso quel bagaglio di tracciati da provare a percorrere finché non trovai le condizioni per farne le basi di un progetto a sé stante. Fu a quel tempo che, all'inizio del 2007, mi fu possibile far convergere sul progetto ArsMeteoº le risorse provenienti da tre diversi ambiti culturali e operativi: un gruppo di artisti per lo più provenienti dall'esperienza di Ars Technica e Ars Lab (piuttosto celebri negli anni '90 sui versanti delle arti connesse alle tecnoscienze), un gruppo di ricerca dell'Università di Torino sulle prospettive del web (il mitico 2.0) e un gruppo di "dopolavoro" dell'azienda che, con lungimiranza, ci concedeva i suoi servizi di rete.
Nasceva così, a luglio 2007, l'Associazione Arsmeteo, con il compito di rendere operativo il progetto.
Il portale ArsMeteoº fu pensato, fin dall'inizio, come "contenitore" di opere d'arte e come OPERA d'arte esso stesso, collaborativo, in crescita, aperto a tutti i generi dell'arte sia tradizionale che innovativa e sperimentale, capace di far convergere su sé medesimo, attraverso le funzioni proprie di un web 2.0 interpretato in chiave - oltre che semantica, poetica ed emozionale - una viva comunità di autori, cultori, esperti e appassionati. Il "social tagging" delle opere immesse sul portale - per lo più dagli autori stessi - fu in un primo tempo il principale strumento di coagulo - attraverso le sempre più complesse nuvole di tag - delle correlazioni fra opere che venivano di conseguenza riportate alla superficie fruibile nel corso delle visite-navigazioni da parte del pubblico e degli stessi autori. Solo in seguito, progressivamente, con il contributo spesso insostituibile di vari partecipanti all'opera collettiva, vennero via via introdotte varie funzionalità che rendono oggi ArsMeteoº un prodotto unico e irripetibile sul web. La navigazione per generi, autori, sincronie e diacronie per opere, eventi, interventi e commenti, lo spazio virtuale della discussione in agorà, l'archivio dei documenti e il canale "live" sugli eventi oltre alle pagine che costituiscono di fatto un sito personale direttamente disponibile per ciascun autore sono alcune delle più evidenti (forse talvolta non abbastanza evidenti) caratteristiche del portale così come oggi esso si presenta, con quasi diecimila opere raccolte.
Si tratta, a mio parere, di un genere del tutto nuovo di pratica artistica, che potremmo per certi aspetti assimilare alle coreografie condivise in teatro da musica e danza. Una pratica "corale" - per quanto sviluppata diacronicamente senza vincoli - destinata per contro alla fruizione sincronizzata di momento in momento nello spazio-tempo virtuale del web.
Come ogni musica, anche ArsMeteo necessita di strumenti per essere eseguito. In questo caso è il "programma" nella sua più ampia accezione di "sistema". Come tale ArsMeteo gode (e soffre) di una precisa collocazione temporale: nasce come strumento-sistema a cavallo fra 2006 e 2007 e porta con sé virtù e difetti propri dei sistemi sviluppati in quel momento.
Oggi si pone il dilemma di ArsMeteo: continuare a crescere, incurante delle trasformazioni del mondo attuale, per auto-confinarsi nella prospettiva, per certi versi confortante, delle "utopie" artistiche o tentare piuttosto di giocare il proprio ruolo nei rapporti quotidiani aggiornati fra arti e società, trasformandosi se necessario e trovando nuovi e adeguati strumenti?




MC: Avete in mente eventi o altre iniziative sotto l’egida di Arsmeteo?

GV: Posto che l'ArsMeteo che c'è può essere lasciato vagare nel web di tutti, senza smettere di gonfiarsi per nuove immissioni, pur non avendo un compito assegnato al di là del mostrarsi nella proprio splendore di mongolfiera un tempo dedita ad imprese mirabolanti, è più che naturale domandarsi se, alla luce delle nuove tecnologie sviluppate in rete dopo la sua nascita, non sia possibile pensarne un aggiornamento coerente, al fine di lanciare nuove iniziative. Sugli obiettivi e sui modi per conseguirli è oggi aperta la discussione fra i membri della comunità di ArsMeteo.

MC: Tu nel frattempo sta portando avanti un tuo progetto artistico personale, però. Hai voglia di raccontarmelo un po’?
GV: Il mio "progetto personale", se così lo vogliamo chiamare, risponde a una sorta di deriva, uno scostamento laterale, rispetto al corso delle iniziative d'arte collaborativa che, dal 1994, vado sviluppando in rete.
Ma i due tracciati spesso s'intersecano e di nuovo si fondono, come accadde con Netville Reload nel 2009. Si trattò di una chiamata collettiva alla ricomposizione di una mia opera del 2004: parteciparono una cinquantina di artisti per concludere l'evento con un'asta di charity practice (http://www.arsmeteo.org/arsmeteo/main.php?page=fe_std&id_page=_eventi&id=186).
Ora è "Netville Maps" l'obiettivo del mio "nuovo" lavoro. Lo sto perseguendo con una sorta di volo virtuale alla quota costante di 1.003 metri dal suolo. Da quell'altitudine catturo le istantanee satellitari della terra seguendo un piano di coordinate fissate a seconda degli eventi del momento. La visione del globo da quella prospettiva mi fornisce le tracce per un'immagine globale che si viene via via componendo come le tavole di un atlante "in progress".
Su questa cartografia - tutto sommato oggettiva - del pianeta che abito, dispiego in trasparenza pensieri e immagini di varia natura, con una logica associativa non molto diversa da quella dei sogni. Le mappe sono dunque frutto di sovrapposizioni, come gli strati delle nuvole portate dai venti di successive perturbazioni, non solo atmosferiche. Non c'è infatti nulla di più turbolento dei moti dell'animo, a fronte dei fatti che si accumulano nel vivere quotidiano.
E se qualcuno osasse obiettare che in questo modo vado riproponendo da quasi vent'anni lo stesso progetto, potrei ribattere che pure Fellini è stato accusato di rifare sempre lo stesso film...
In ogni caso, "Netville Maps" è l'orizzonte attuale del mio "nuovo" lavoro. L'occhio satellitare è spietato nella giustapposizione catastale di edifici, percorsi, labirinti. Il paesaggio si presta tuttavia alla contemplazione e offre molteplici spunti di riflessione. Netville si presenta in questo modo nella sua configurazione mutante di città meteopatica e bio-virtuale. La geografia politica di ogni singolo istante è tenuta sotto controllo dall'insonne polifemo planetario... Sono io "nessuno" che mi valgo del cono visuale altrimenti disposto per indagare e sorvolare, insieme alle vie di fuga, le mappe della vita quotidiana e degli stati emotivi che vi si accompagnano. Lo faccio anche qui con andamento modulare, ripercorrendo porzione dopo porzione i tasselli di cielo che sta sopra i grovigli, le pulsioni e i deserti della città con istantanee catturate e riprodotte in gran parte a pennello una per una. Perché lo faccio? Mi affascina la prospettiva di poter prima o poi ricostruire nella visione d'insieme il colpo d'occhio che restituisce un passaggio - proprio come quello delle perturbazioni atmosferiche - sviluppato nel tempo, istantanea dopo istantanea. Le Mappe di Netville si dispongono per me come solchi su cui registrare le passioni, individuali o collettive, che di volta in volta mi pare attraversino i tessuti della città...
Il lavoro è in corso ma se ne possono già intravedere alcune tracce:
Netville Maps: 44º59'35.5"N 7º43'40"E
http://www.arsmeteo.org/arsmeteo/main.php?page=fe_std&id_page=navtag&sezione_fe=sezione1&id=9420&setoperasequence=operesequencecatalog#operatitolostart

Netville Maps: 45º1'48.5"N 7º38'12.5"E
http://www.arsmeteo.org/arsmeteo/main.php?page=fe_std&id_page=navtag&sezione_fe=sezione1&id=9463&setoperasequence=o